Le tempeste, nella vita, ci sono. Alcune sono più violente, altre meno. Ma ci sono per tutti ed è per questo che non dobbiamo farci illusioni.
Pensare che il passaggio dalla riva del tempo a quella dell’eternità sia una passeggiata, è grande stoltezza. Il Vangelo ce lo insegna. La Sacra Scrittura lo dice in ogni sua pagina. La nostra storia parla chiaro, se vogliamo ascoltarla.
Le tempeste fanno parte della vita, perché il mare del mondo non è ospitale. Nasconde mille pericoli e da un momento all’altro può anche infuriarsi.
Tuttavia questo non deve farci scoraggiare. Gesù non si dimentica di noi ed è sempre pronto ad intervenire per mettere a tacere i venti:
«In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”» (Mc 4,35-41).
Quante volte ci capita di essere come i discepoli! Ci lasciamo sopraffare dal pensiero che Gesù ci abbia abbandonato, si sia stancato di noi, abbia smesso di amarci.
È questa una grande tentazione, che sempre è accovacciata alla porta del nostro cuore. Ma non dobbiamo accoglierla e lasciarle campo libero. Sarebbe per noi la fine.
Gesù non si può dimenticare di noi, né può agire con stoltezza. Se lascia che la tempesta a volte ci investa, è perché vuole da noi una fede più forte in lui. Vuole che cresciamo per poterlo servire con maggiore fervore e con una perfetta disponibilità all’azione misteriosa del suo Santo Spirito.
Proprio in quei momenti difficili dobbiamo intensificare la preghiera e rinsaldarci nella certezza che la sua fedeltà rimane in eterno.
È quando il vento soffia forte e ci sentiamo venire meno che dobbiamo ricordarci che Gesù è morto sulla croce per noi. Lui non vuole che noi periamo. Altrimenti non avrebbe versato il suo sangue per la nostra salvezza. La sua storia di morte e resurrezione è il fondamento su cui dobbiamo costruire la nostra casa, giorno per giorno, quando è facile e quanto è difficile, quando il mare è calmo e quando è in tempesta.
Quanto dicono i discepoli a Gesù non è bello a sentirsi. Parole del genere non dovrebbero neanche uscire dalla bocca né essere concepite nel cuore: «Maestro, non ti importa che siamo perduti?».
Siamo tutti preziosi agli occhi di Dio. Lui conosce ogni nostro dolore, pesa ogni nostra sofferenza, vede ogni nostra lacrima. Ma per grande amore ci fa passare attraverso il crogiuolo affinché veniamo purificati come l’oro, materiale assai nobile che però non può risplendere nella sua bellezza se non viene saggiato con il fuoco.
Le tempeste della vita sono un mistero che non possiamo comprendere, ma che dobbiamo vivere fino in fondo, senza abbatterci mai. Ci possono essere momenti di sconforto, ma poi tutto deve passare e cedere il passo alla gioia di sentirsi amati da Colui che ci ha creati e redenti.
Il Vangelo di questa Domenica è un invito forte a crescere nella fede. Gesù ci può aiutare, ma ha bisogno che noi crediamo in lui. Lui dobbiamo portare sempre con noi, nella barca del nostro cuore. Lui dobbiamo invitare nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre Parrocchie.
Lui solo, infatti, può portare pace, armonia, comunione. Lui solo può vincere le forze della natura e guarire pian piano le ferite del peccato che portiamo nel nostro essere.
Non scoraggiamoci mai. Non cediamo alla tentazione che vorrebbe farci dubitare dell’amore che Gesù ha per noi. Sorreggiamoci a vicenda e remiamo con tutte le nostre forze, attendendo che il Signore venga in nostro aiuto a salvarci.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e ci custodisca nel suo abbraccio materno nei momenti più difficili del nostro pellegrinare verso la riva dell’eternità.
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