La soluzione ai nostri problemi non è mai mormorare contro il Signore. Lui è l’Innocente, sempre e comunque. Lui è anche l’Onnisciente, il Sapiente che siede sopra il trono e da lì governa l’universo intero nella più grande santità (Sir 1,1-10).
Mormorare contro il Signore è peccato gravissimo, è offesa alla sua divina maestà, è cadere dalla fede che esige da parte nostra pazienza, attesa, totale affidamento alla volontà di Dio.
La soluzione è piuttosto quella di farci un esame di coscienza, vedere con occhio libero e sincero ogni peccato commesso, per emendare la propria condotta ed estirpare, con l’aiuto della grazia, il male che è entrato in noi come veleno mortale.
Il popolo degli Ebrei, nel deserto, si stancò lungo il cammino. Non sopportò il viaggio e protestò contro Mosè e Colui che lo aveva costituito guida del popolo. Un tale atteggiamento non piacque al Signore, che mandò in mezzo al popolo serpenti velenosi.
Fu quello un castigo? No. Più che un castigo dobbiamo intendere questa scelta del Signore come una via che servì per educare il suo popolo che era assai testardo. Non guardiamolo neanche come un atto di vendetta, poiché il Signore non si vendica con noi. Al contrario cerca sempre il modo per condurci a salvezza, per far sì che ritorniamo a lui con tutto il cuore.
La soluzione ai nostri problemi non è mormorare contro di Lui, perché la mormorazione è non aver compreso il suo grande amore.
È piuttosto esaminare le proprie scelte e capire se abbiamo o meno, fino ad oggi, camminato nella sua volontà o nella nostra, se abbiamo fondato la nostra casa sulla roccia della sua Parola oppure sulla sabbia delle parole umane.
Moltissimi dei problemi che attanagliano la nostra esistenza sono frutto del nostro cattivo agire, per quanto rimanga sempre aperta la porta del mistero che inevitabilmente fa parte della nostra vita.
Facciamo in continuazione scelte cariche di stoltezza. Sfidiamo il male. Fabbrichiamo croci pesanti per noi e per gli altri. Inquiniamo il Pianeta Terra. Alteriamo le leggi della natura in modo arbitrario e arrogante. Usiamo la scienza senza morale. Costruiamo vitelli d’oro di ultima generazione separandoci da Cristo Gesù, che è la fonte unica della vita. Ci rivestiamo di presunzione, pensando di essere onnipotenti e poi gustiamo le conseguenze amare del nostro agire.
Di chi è la colpa? Per molti è del Signore. Contro di lui bisogna mormorare.
Questo atteggiamento non ci fa onore. Diciamocelo con onestà.
Noi abbiamo superato di gran lunga il popolo degli Ebrei nel deserto. Non ci siamo stancati di camminare nella sua volontà. In verità non abbiamo mai iniziato.
Il COVID-19 non è un castigo di Dio, né un atto di vendetta dell’Onnipotente. È piuttosto un evento che ci invita a rivedere il nostro modo di pensare, di agire, di relazionarci con il creato, con l’umanità, con noi stessi, con gli altri e soprattutto con il nostro Creatore.
Un esame di coscienza non ci fa male, perché tutti abbiamo peccato. Tutti abbiamo esagerato, pensando di poter fare della nostra vita ciò che più ci pare e piace.
Il popolo degli Ebrei guarì quando rientrò nella fede, cioè quando guardò il serpente di bronzo fatto da Mosè per obbedienza all’invito di amore del Signore. E questa guarigione, tra le altre cose, non fu del popolo. Fu del singolo che aveva questa fede e viveva questa obbedienza.
Penso che questo passo della Sacra Scrittura sia per noi molto attuale. Ci conviene meditarlo e viverlo nell’oggi della storia.
Di certo il Signore gradirà la nostra conversione, la nostra volontà ferma di iniziare con lui un cammino nuovo, come tralci uniti a Cristo vera Vite.
Possiamo farcela. Tutti insieme, incoraggiandoci a vicenda e pregando gli uni per gli altri. Coraggio allora! Iniziamo da oggi stesso, perché domani potrebbe essere già troppo tardi.
Ci aiuti ogni giorno la Vergine Maria, insieme agli Angeli e ai Santi, nostri amici del Cielo.