Quando si vuole costruire una casa bisogna che ci sia necessariamente un direttore dei lavori. Il suo ruolo è essenziale affinché ogni cosa sia fatta con ordine, armonia e secondo il progetto stabilito.
Il direttore dei lavori è il punto di contatto tra gli operai e il proprietario. Conosce bene i desideri di quest’ultimo e sa come organizzare coloro che devono realizzare l’opera.
La stessa legge, in fondo, è valida anche nell’edificazione del Regno di Dio e nella vita della Chiesa. Ma chi è il direttore dei lavori in questo caso? È il Sacerdote. Vediamo di capire meglio.
Va detto che senza Sacerdote non c’è Chiesa, e dunque nessuna opera gradita a Dio può essere realizzata. Il Sacerdote, per volontà di nostro Signore, è la garanzia dell’ecclesialità di ciò che si fa.
Per rasserenare gli animi una verità va messa in evidenza e cioè che il Sacerdote non è il padrone delle anime, così come il direttore dei lavori non è il padrone della casa. Padrone – o meglio Signore – è solo Gesù. Lui ha acquistato ogni singola anima a prezzo del suo sangue purissimo e immacolato che ha versato dall’alto della croce. Pertanto tutti dobbiamo obbedienza a lui, se vogliamo essere felici e se vogliamo la nostra realizzazione piena.
Il Sacerdote, insomma, non può avere una volontà propria su coloro che gli sono stati affidati. Lui è chiamato a dirigere le coscienze, o meglio ad illuminarle, con la luce potente del Vangelo affinché ciascuno operi secondo la volontà dell’Altissimo e perennemente mosso dallo Spirito Santo.
Sapere questo deve infondere pace e sicurezza in ogni cuore. Deve anche aiutare a vedere il Sacerdote con occhi di fede e a pregare tanto per la sua santità. Egli non è un despota, è a servizio della salvezza delle anime. Ecco perché è giusto che ognuno accolga con umiltà la sua Parola, anche quando questa è esigente e invita alla conversione, perché essa è Parola di Dio e non parola di uomini. Lo dice San Paolo ai Tessalonicesi: «Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti» (1 Ts 2,13).
Ma il compito del Sacerdote è anche un altro: quello di armonizzare i carismi e le competenze. Lui ha questo discernimento e la potestà di indicare ad ognuno il da farsi. Non per sua volontà, ma per volontà dello Spirito Santo con cui lui deve essere sempre sintonizzato.
L’obbedienza nella fede ha anche questa dimensione. Ci si riveste di umiltà, si prega il Signore che illumini Sacerdote e fedeli, e si opera secondo le indicazioni ricevute.
Ognuno deve mettere a frutto i suoi carismi. Questa è volontà di Dio assoluta. Ma lo deve fare nella mirabile comunione ecclesiale che non può prescindere mai e poi mai dal discernimento e dalla guida sacerdotale.
La Vergine Maria, Madre della Chiesa, aiuti ciascuno di noi a fare nostra questa mentalità e illumini ogni presbitero con la potente luce dello Spirito Santo.
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