Giovedì Santo: Eucaristia e Redenzione

Giovedì Santo: Eucaristia e Redenzione

Il Giovedì Santo è giornata eucaristica per eccellenza. Gesù si fa Dono d’amore sacramentalmente per quanti credono in lui, Cibo di vita eterna e Bevanda di salvezza.

Il Figlio dell’Altissimo rimane con noi fino alla fine dei tempi, cammina con noi, non ci lascia soli, ci offre il suo Corpo e Sangue affinché attingiamo in essi ogni virtù.

Il mistero è insondabile. Nessuna mente umana avrebbe mai potuto pensare ad un prodigio tanto grande. E se anche lo avesse pensato, mai lo avrebbe potuto realizzare.

L’Eucaristia è il miracolo dei miracoli, la manifestazione quotidiana di cosa sa fare l’onnipotenza divina per amore dell’uomo. È la testimonianza più evidente dell’esistenza di Dio e del suo grande amore per l’umanità.

È compito e responsabilità di ciascuno accogliere Gesù con fede, riconoscerlo quale Creatore e Redentore, Agnello immolato che toglie il peccato del mondo e dona a tutti la grazia necessaria per essere redenti.

Sì, perché di Redenzione bisogna parlare quando si parla dell’Eucaristia. Questo Sacramento nobilissimo non ci è dato per giustificare la nostra fragilità, bensì per ricolmarla di fortezza. Non ci è dato per rimanere superbi, orgogliosi, impazienti e incapaci di amare. Questo mirabile Sacramento ci è dato perché da esso e in esso veniamo rinnovati nel profondo del nostro essere, trasformati e resi sempre più conformi all’immagine di Cristo Uomo nuovo e ricco di ogni virtù.

L’Eucaristia è il Sacramento della Pasqua. Chi la mangia con fede passa dalla disobbedienza all’obbedienza, dal peccato alla vita nuova, dalla morte alla resurrezione. L’Eucaristia è più che mille passaggi attraverso il Mar Rosso. In quel caso il popolo vinse sul Faraone d’Egitto, ma rimase sconfitto dal peccato. Infatti continuò a dubitare dell’amore di Dio e a mormorare contro di Lui. Con l’Eucaristia il nemico che abita nella nostra natura è sconfitto per sempre.

Non è un caso che l’Eucaristia venga chiamata dai Padri della Chiesa Farmaco d’immortalità. In essa, infatti, è contenuta tutta la potenza della grazia divina che sana e redime l’uomo dall’interno.

Per certi versi la sua azione misteriosa è simile ad un farmaco potentissimo che elimina il veleno di morte iniettato nella natura dell’uomo dal serpente antico e risana interamente ogni singola cellula dell’organismo. Niente è più come prima. L’uomo è nuovo, redento, rigenerato, sanato.

È chiaro che una cosa va detta, ribadita sempre e gridata con forza: l’Eucaristia da sola non basta. È necessario che il cuore di chi si accosta ad essa sia pentito e umiliato. Se non si è umili, se non si riconoscono i propri peccati, se non si passa attraverso il Sacramento della Confessione sacramentale, il passaggio alla vita nuova non si compie.

Chi mangia l’Eucaristia con superficialità e con il cuore invischiato nel peccato, mangia la propria condanna. Non è reso partecipe dei frutti della Redenzione, perché manca il desiderio della Redenzione.

Abbiamo tutti bisogno dell’Eucaristia e di ogni altro Sacramento, ed è per questo che dobbiamo pregare molto, moltissimo, perché il Signore apra le acque del Mar Rosso in questa nostra storia surreale e particolarissima che stiamo vivendo e presto ci consenta di riempire le Chiese.

Dobbiamo attendere, è vero. Dobbiamo essere prudenti e obbedienti alle indicazioni delle Autorità costituite. Questo è necessario, è doveroso per tutti, nessuno escluso. Però possiamo pregare, e anche tanto.

Gesù ascolti le nostre suppliche! Lui che ha detto “Prendete e mangiatene tutti, prendete e bevetene tutti…” conceda presto ad ogni cristiano di accostarsi al divino Banchetto, perché la Redenzione si compia per tutti e in tutti.

La Vergine Maria, Donna eucaristica e ricca di ogni virtù, ci assista, ci accompagni nel nostro cammino e ci ottenga le grazie tanto sperate.

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