La fede è virtù essenziale di cui tutti abbiamo bisogno affinché la nostra esistenza goda di stabilità e possa essere realmente esistenza cristiana.
Essa ci lega a nostro Signore e ci permette di entrare in dialogo con lui al fine di conoscere la sua volontà e di obbedire a qualsiasi cosa lui ci chiede di fare (cf. Gv 2,1-11).
La fede – ed è bene sottolinearlo e ripeterlo più volte – è intimamente legata alla Parola di Dio, che è Parola rivelata e non immaginata. Nasce cioè dal cuore di Cristo che è cuore del Padre celeste e viene a noi donata nello Spirito Santo.
Separare la fede – e dunque ogni affermazione che si fa a livello teologico e sapienziale – dalla Parola di Dio è l’errore degli errori, è perdere ogni riferimento al soprannaturale, è ridurre tutto a soggettivismo. In pratica equivale a costruire la Torre di Babele perché significa porre il pensiero dell’uomo, volubile ed erroneo, come criterio di discernimento tra il bene e il male (cf. Gn 2,16-17).
Se non partiamo dalla Parola di Dio, se non la conosciamo, se essa non è il punto di riferimento di ogni nostra scelta, diamo spazio a quella che Benedetto XVI chiamava giustamente dittatura del relativismo e che oggi avanza in maniera spaventosa in tutti gli ambiti della vita umana. Addirittura potrebbe accadere che avanzi anche nel seno della Chiesa nel momento in cui ci si sente autorizzati a dire in nome di Dio tutto ciò che piace al mondo, senza però che ci sia un riscontro oggettivo con il dato rivelato, un legame intimo con la Tradizione della Chiesa e dunque con ciò che lo Spirito Santo ha detto e vuole dire oggi.
Bisogna con ogni cura allontanare e combattere il pericolo del relativismo teologico e sapienziale, che diventa inevitabilmente relativismo morale e di ogni altro genere.
E bisogna farlo per il bene dell’umanità che non può essere resa schiava della falsità.
L’uomo vive se la verità è il fondamento del suo essere e del suo esistere. Si realizza se la verità alberga nel suo cuore e guida il suo discernimento. È felice e trova pace se la verità è il pensiero dei suoi pensieri.
Ma la verità non è un invenzione dell’uomo, della sua intelligenza e della sua creatività. La verità è la natura stessa di Dio ed è da Lui che bisogna attingerla. Da qui la necessità di non separarsi mai dall’Onnipotente e da quanto lui ha rivelato nel corso dei secoli, da ogni Parola che è uscita dalla sua bocca e rimane immutabile per sempre.
Il Natale non è forse il mistero dell’Incarnazione del Verbo eterno, Cristo Gesù, nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo? E Gesù non è forse il testimone fedele del Padre suo affinché tutti possano conoscerlo secondo verità e accogliendolo nel loro cuore abbiano la vita eterna?
Fede e Parola di Dio sono inscindibili. È per questo motivo che una delle immagini più semplici ed eloquenti di ciò che il cristiano è ed è chiamato a fare è la casa sulla roccia, costruita dall’uomo saggio che ascolta la Parola di Dio, crede in essa e la mette in pratica, ponendo così solide fondamenta alla sua esistenza contro ogni tentazione o prova che si può abbattere su di lui (cf. Mt 7,24-27).
Prima di chiudere un’altra cosa va detta con fermezza e cioè che la Parola di Dio è stata affidata da Gesù alla sua Chiesa che è una, santa, cattolica e apostolica. È stata affidata agli Apostoli, testimoni oculari, e poi ai loro successori in una catena che mai si spezzerà e che è garantita da una particolare assistenza dello Spirito Santo.
La fede dunque è nella Parola di Dio, ma è fede ecclesiale. È fede del singolo, ma non come autonomo che vive in se stesso e per se stesso, ma come singolo che è membro inserito nel corpo di Cristo che è la Chiesa.
Torneremo su questo punto, cioè sul ruolo fondamentale che la Chiesa nei suoi Pastori ha in riferimento alla custodia e alla trasmissione della fede secondo lo Spirito Santo, ma sin da subito teniamo a mente le parole di San Pietro che sono per noi di vitale importanza: «Sappiate anzitutto questo: nessuna Scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi dallo Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio» (2 Pt 1,20-21).
Chi si arroga il diritto di interpretare la Parola di Dio prescindendo dalla Chiesa non può di certo andare lontano. Prima o poi, anzi subito, esce dalla visione secondo verità del dato rivelato e finisce per confondere se stesso e anche gli altri.
Dunque fede, Parola di Dio e Chiesa vanno insieme. Non si possono separare, perché separarle significa andare contro la volontà di Cristo Gesù, nostro unico Redentore e Fondatore della Chiesa che siamo noi.
Che la Vergine Maria ci ottenga la grazia della vera saggezza affinché sorretti dallo Spirito Santo e guidati dalla Chiesa costruiamo la nostra casa sulla solida roccia della Parola di Dio che mai tramonta ed è perenne sorgente di vita eterna.
P.S.: Ti invito ora, di vero cuore, a leggere una piccola introduzione a questa nuova rubrica che oggi iniziamo e che ha per titolo: “Vita da redenti”. Sono poche righe, ma sono molto utili perché tu possa avere una visione di sintesi del cammino che si apre dinanzi a noi. Trovi l’introduzione a questo link (basta cliccarci sopra).
Il Signore ti benedica!
Per approfondire:
Sulla Dittatura del relativismo
Sul Catechismo della Chiesa Cattolica puoi consultare i numeri: CCC 74-87; CCC 166-169.