Ognuno di noi, per vocazione battesimale, è chiamato a partecipare attivamente alla missione di Gesù, che è quella di condurre a salvezza ogni uomo che vive sotto il Cielo.
Quanto Egli ha detto ai suoi Apostoli, poco prima dell’Ascensione, lo dice oggi anche a noi: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16).
Questo deve farci riflettere. Non può essere un particolare trascurabile ai nostri occhi. Deve al contrario spronarci ad una maggiore responsabilità personale che è per tutti, senza esclusione alcuna. Vale per i grandi e per i piccoli. Per i Sacerdoti e per i laici. Per gli adulti e per i giovani. Per i genitori e per i catechisti.
Convinciamocene, oggi più che mai: Gesù chiede a tutti di aiutarlo e noi non possiamo far finta di niente! Lui ha bisogno di noi e vuole che ci rimbocchiamo le maniche per fare quanto è in nostro potere affinché la sua Vigna produca frutti abbondanti di verità e giustizia.
Pensare ad una evangelizzazione in cui il Cielo fa tutto e la terra sta a guardare, è assai fuorviante.
L’evangelizzazione è per essenza dinamica di comunione tra Dio e l’uomo, tra il Redentore e i redenti, tra il Maestro e i discepoli, tra lo Sposo celeste e la sua Chiesa. È un mistero che supera le nostre categorie, ma è così: l’Onnipotente ha deciso di aver bisogno della nostra pochezza, e se noi non lo aiutiamo, moltissimi si perdono per sempre.
In fondo, la parabola del Seminatore è da leggersi in questa luce. È vero, il Seminatore è Gesù, ma in lui lo siamo tutti noi. Dobbiamo esserlo, è nostro dovere di battezzati e tanto più di cresimati ricolmi di Spirito Santo.
La salvezza potrà compiersi solo se ogni cristiano decide di gettare ovunque il seme del Vangelo e prima ancora di accoglierlo nel suo cuore per farlo fruttificare in abbondanza.
Il cristiano è via necessaria perché la Redenzione si compia. Se lui dona la Parola di Dio, chi è di buona volontà può convertirsi e iniziare un cammino di autentica santificazione. Se invece non la dona e si nasconde nella sua tana, perché pensa che la sua opera di seminagione non serva a nulla o per mille altri motivi, allora le tenebre si infittiscono sempre di più e il male fa strage in ogni dove.
La storia di Giona, se ci pensiamo, può farci capire ancor di più quanto questo sia vero. Ninive era una città pagana e il Signore, nella sua misericordia, aveva chiesto al suo profeta di recarsi in mezzo a quella genia di ribelli per invitarli a conversione. Ma Giona che fece? Si nascose nella stiva della nave e si mise a dormire saporitamente mentre fuori la tempesta infuriava.
Solo quando il profeta cambiò idea, cambiò anche la storia. Un’intera città poté ravvedersi, dal più piccolo al più grande, e grande gioia vi fu nel Cielo.
Il cristiano è chiamato ad una grande missione e non può disattenderla. Deve convincersi che la sua parola, il suo esempio, la sua altissima moralità, la sua perfetta obbedienza alla mozione dello Spirito Santo, sono causa di salvezza per tanti che albergano lontani dalla casa del Padre e vivono un’esistenza inquieta, senza verità, avvolta nelle spire del Tentatore.
Essere chiamati ad evangelizzare è un grande dono che viene da Dio. Lui, nella sua misericordia, vuole dare un senso alla nostra vita, elevarla, e intesserne ogni singolo istante con il filo rosso dell’amore crocifisso. Vuole renderci protagonisti della storia della salvezza.
Tutti, ma veramente tutti, dovremmo sentirci onorati di una così nobile vocazione. Non possiamo fare come Giona nella stiva della nave né dire: “Io non posso fare nulla…che facciano altri…io non ne sono capace”.
Lo Spirito Santo non ci abbandona. Se abbiamo fede e ci lasciamo afferrare dal suo soffio leggero, farà lui ogni cosa, ma attraverso di noi. La storia dei Santi lo attesta. Anche loro non avevano grandi risorse. Ma hanno creduto, hanno consegnato se stessi a Gesù e gli hanno permesso di parlare, operare, consolare, correggere, educare, convertire, sanare attraverso la loro fragile umanità.
Esempio mirabile è San Paolo. Lui stesso più volte dice nelle sue Lettere che nulla avrebbe potuto fare se il Signore non fosse stato suo aiuto, sostegno e guida. San Paolo ha creduto e in lui si è realizzato pienamente il mistero che dovrebbe potersi realizzare in ciascun cristiano. Anche noi, come lui, dovremmo poter dire: “Non sono più io che vivo. Cristo vive in me, parla in me, agisce in me, salva e converte attraverso di me” (cf. Gal 2,19-20).
Il Seminatore è Cristo. È vero. Solo lui ha parole di vita eterna. Ma per un mistero che supera ogni umana intelligenza, sceglie noi per seminare ovunque il suo Vangelo e portare luce, speranza e verità in ogni cuore che lo accoglie e lo fa fruttificare con perseveranza.
Coraggio allora! C’è un campo sterminato dinanzi a noi ed è lì che dobbiamo seminare la Parola che salva. Non deludiamo il nostro Maestro e insieme a lui faremo grandi cose!
Ci aiuti la Vergine Maria, Stella dell’Evangelizzazione, e metta nel nostro cuore il fuoco della missione e lo zelo per la casa del Padre nostro celeste.
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