L’Eucaristia è Sacramento mirabile che ci rende partecipi dei frutti della Redenzione e porta a compimento nel tempo ciò che è iniziato con il santo Battesimo.
Da uomini e donne vecchi, succubi del peccato, inclini al male, diventiamo via via nuove creature, capaci di amare con il cuore di Cristo e di vincere le suggestioni del Maligno che sempre vuole turbare il nostro cuore e confondere i nostri pensieri.
L’Eucaristia è il grande Dono che tutti dobbiamo accogliere e adorare, perché l’Eucaristia non è un pezzo di pane né un sorso di vino, bensì il Figlio dell’Altissimo, il Crocifisso risorto che si offre a noi come Cibo di vita eterna e Bevanda di salvezza.
È triste, assai triste, che tanti cristiani oggi non sentano il bisogno di mangiare l’Eucaristia e preferiscano immergersi nel mondo e nei suoi affanni piuttosto che immergersi nel cuore di Gesù e nell’oceano sconfinato della sua grazia.
Invitare alla Mensa eucaristica è per noi obbligatorio. Noi che diciamo di essere discepoli di Gesù e ci cibiamo dell’Eucaristia non possiamo tenere per noi questo tesoro prezioso. Dobbiamo donarlo a tutti, con coraggio, determinazione, risolutezza, anche se molti continueranno probabilmente a rimanere sordi al nostro richiamo di amore.
Dobbiamo invitare e al tempo stesso spiegare chi è l’Eucaristia e quali sono i benefici che essa apporta, la consolazione dell’anima che dona e la pace nel cuore che infonde.
Ma basta cibarsi dell’Eucaristia per divenire partecipi dei frutti della Redenzione?
Certamente non basta. Bisogna aggiungere all’azione del mangiare il desiderio di divenire discepoli eucaristici e la fede nella potenza della grazia di Dio che può cambiare nelle profondità il nostro essere, la nostra natura.
Mangiare l’Eucaristia tanto per mangiarla non serve. Può essere atto vano o addirittura sacrilego, se si disprezza questo Sacramento e lo si mangia senza alcun pentimento nel cuore.
Chi mangia l’Eucaristia deve chiedere ogni giorno a Gesù, nella preghiera, che accenda nel suo cuore il desiderio ardente di divenire in tutto simile a lui: nei pensieri, nelle parole, nelle opere, in ciò che concepisce nel cuore e nella mente e poi trasforma in vita vissuta.
E si badi bene che questo ardente desiderio va chiesto come dono, perché tale è. Esso non è frutto della nostra natura, che piuttosto non di rado è orientata verso il male. È invece una grande grazia da implorare con l’insistenza della vedova che costrinse il giudice disonesto a farle giustizia (cf. Lc 21,1-4).
È questo desiderio che rende efficace in noi e per noi il Sacramento eucaristico. Personalmente mangiamo l’Eucaristia e personalmente, nel nostro intimo, dobbiamo desiderare di diventare discepoli eucaristici. Noi per noi stessi, e non un altro per noi.
Infine, per divenire veramente partecipi dei frutti della Redenzione, di un’altra cosa c’è bisogno: della fede nella potenza della grazia di Dio.
Non di rado infatti sperimentiamo la difficoltà di divenire uomini e donne nuovi. Ci sentiamo fragili e vulnerabili dinanzi alla legge della carne che abita in noi; ci accorgiamo che siamo persino testardi e cocciuti e non ci convinciamo facilmente che solo nella volontà di Dio è la nostra pace; sentiamo la virulenza della tentazione che ci attacca giorno e notte affinché abbandoniamo il campo di battaglia e voltiamo le spalle a Gesù.
E tutto questo potrebbe in qualche modo far nascere in noi una sorta di rassegnazione pericolosa che ci porterebbe a mangiare l’Eucaristia in modo vano. Potremmo dire: “Pazienza, sono fatto così. Non cambierò mai”.
La fede nella potenza della grazia di Dio ci fa superare questo atteggiamento sbagliato. Con essa crediamo fermamente che possiamo cambiare, crescere, irrobustirci nelle sante virtù, raggiungere le vette più alte della santità. Piano piano, è vero. Non tutto in un colpo. Ma possiamo eccome!
Se avremo questa fede, diventeremo veramente partecipi dei frutti della Redenzione.
Che la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci ottenga la grazia di amare l’Eucaristia, di mangiarla con desiderio ardente e fede viva, di adorarla con tutto il cuore per divenire ogni giorno di più ad immagine del suo Figlio Gesù.
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