La Quaresima inizia ogni anno con il rito delle Sacre Ceneri. I fedeli, radunati in Chiesa per la Celebrazione eucaristica, le ricevono sul capo da parte del Sacerdote che dice: “Ricordati che polvere sei e in polvere tornerai” oppure “Convertiti e credi al Vangelo”.
Si tratta di un gesto molto importante e ricco di significato: ciascuno riconosce la sua condizione di creatura, assai fragile e bisognosa della misericordia di Dio a causa delle numerose cadute nel peccato che, ohimè, non mancano.
La Quaresima è un invito a mettere da parte la superbia che ci fa sentire al di sopra di tutti e ci rende incapaci di ascoltare lo Spirito Santo che sempre ci indica la via della vita e della salvezza. Ma c’è da chiedersi: oggi si crede che dobbiamo essere salvati da Cristo Gesù perché siamo tutti esposti alla perdizione? Si crede che la nostra condizione va redenta? Si crede che la nostra natura deve guarire perché è stata infettata dal virus del sentirsi sazi di Dio? Si crede che la superbia, la concupiscenza degli occhi e quella della carne devono essere estirpate dal nostro essere? Si crede che i frutti della carne vanno evitati a tutti i costi e che i frutti dello Spirito Santo sono invece la via della vera felicità?
Penso che riflettere su queste domande sia necessario, oggi più che mai. La nostra società infatti, non di rado, considera la grazia di Dio inutile e la Chiesa, che la dona, una semplice struttura umana che nulla ha a che fare con il soprannaturale. Visione questa assai meschina che non aiuta alla propria e altrui realizzazione esistenziale, anzi distrugge l’umanità in modo lento e inesorabile.
La storia, che si consuma dinanzi ai nostri occhi, dovrebbe farci ammettere che abbiamo bisogno di salvezza e di redenzione. Tutti, nessuno escluso. Se succedono catastrofi di ogni genere – a livello familiare, sociale, economico, sanitario, politico e persino ecclesiale – è perché l’uomo oggi pensa di poter camminare da solo. Pensa che il soprannaturale non gli serva, che Cristo sia un semplice “tassello culturale” per di più passato di moda e non più necessario, che può fare tutto perché la sua intelligenza e la sua scienza sono sufficienti a procurargli la felicità. Ma la storia ci condanna e ci presenta un conto salato, fatto di sofferenza indicibile, morte, ingiustizia, sopruso, denigrazione della dignità dell’uomo, inquinamento atmosferico, psicologico e spirituale.
La Quaresima deve renderci umili e farci comprendere quelle parole stupende che Gesù ha pronunciato nel Cenacolo parlando ai suoi discepoli: “Senza di me, non potere fare nulla. Se il tralcio è staccato dalla vite, non può produrre frutto. Muore e viene gettato nel fuoco perché in esso non scorre linfa della vita. O scegliete Me, oppure esponete la vostra breve esistenza al ludibrio e al fallimento” (cf. Gv 15,1-11).
Il Signore ci liberi, in questo tempo di grazia, da ogni forma di presunzione. Ci renda realisti e sconfigga in noi quella sottile illusione di poter fare a meno di Lui, della sua Parola, della sua grazia, del suo conforto, del suo sostegno, del suo Santo Spirito, del Padre celeste, della sua e nostra Madre Beata, della sua Chiesa, della sua benedizione e di ogni altro dono celeste.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci accompagni lungo il nostro viaggio e intenerisca i nostri cuori ancora troppo induriti e testardi.
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