Vincere il peccato è possibile. È questo il messaggio di grande speranza che il Vangelo proclama in più parti e che noi dobbiamo fare nostro e far risuonare in ogni dove.
Se così non fosse, se cioè il peccato tenesse per sempre sotto il suo giogo l’umanità intera, la morte e la resurrezione di Gesù risulterebbero inutili, così come il dono dello Spirito Santo, dei Sacramenti, della Chiesa e della Vergine Maria.
Se il peccato fosse invincibile, i cristiani saremmo dei poveri illusi, gente che crede alle favole e rincorre le false illusioni del suo cuore, gente che inganna se stessa e gli altri, gente che non ha nulla di particolare da donare all’umanità di ogni tempo.
Grazie a Dio, però, il Vangelo parla chiaro e in ogni sua pagina manifesta quanto grande e onnipotente è l’amore di Dio che va in cerca del peccatore, gli tende la mano, lo attrae a sé e lo invita a rialzarsi per iniziare l’entusiasmante cammino della propria redenzione e santificazione.
La donna adultera perdonata, che Gesù salva dalla malvagità omicida dei Giudei, è un’icona stupenda di quanto tutto questo sia vero (cf. Gv 8,1-11).
Quando il suo peccato la stava per ingoiare per sempre, quando nessuno ormai le avrebbe dato un’ulteriore possibilità e molti avrebbero voluto farla sprofondare nel baratro della disperazione, il Redentore dell’uomo le si è fatto vicino, ha incrociato il suo sguardo e ha seminato nel suo cuore la vera speranza: “Non temere! Rialzati! Non è tutto finito! Rifugiati nel mio Cuore misericordioso, chiedi perdono e lasciati alle spalle il tuo passato burrascoso impastato di fragilità e di peccato. Io sono qui per salvarti, per donarti la vera libertà. Ti perdono, non ti condanno. Va’, e d’ora in poi non peccare più. Ti aiuterò sempre e tu ce la farai. Non temere!” .
Se vincere il peccato non fosse possibile, Gesù non avrebbe mai pronunciato tali parole, perché lui mai chiede a noi, sue creature, di fare qualcosa che non possiamo fare. Ciò che Lui comanda si può fare. Sempre. Sempre. Sempre.
Certo, non con le sole forze umane, ma si può fare.
E allora tocca a noi credere con tutto il cuore e imparare a collaborare, giorno dopo giorno, con la grazia di Dio, lasciando che essa operi in noi e produca i suoi frutti meravigliosi che i Santi hanno prodotto nel corso dei secoli e continuano a produrre ancora oggi.
Se non vinciamo il peccato, se siamo succubi del suo pungiglione avvelenato, è perché non combattiamo abbastanza e ci lasciamo vincere da una sorta di sfiducia che a volte potrebbe essere anche colpevole, se voluta per giustificare le proprie “zone grigie”.
Vale la pena porre a servizio della grazia di Dio, e dunque dello Spirito Santo, la nostra volontà, la nostra intelligenza, il nostro corpo, la nostra anima, il nostro cuore, tutto il nostro essere.
Abbiamo tutto da guadagnare e nulla da perdere, perché vincere il peccato e rimanere saldamente piantati nella volontà di Dio è la via maestra che ci conduce alla vera felicità e alla perfetta realizzazione di noi stessi.
Il peccato mortifica il nostro essere e lentamente lo distrugge. La grazia di Dio lo guarisce, lo rigenera, lo eleva, lo santifica, lo realizza secondo verità e produce in noi, e fuori di noi, pace e armonia.
Anche noi, dunque, accogliamo con grande fede l’invito di Gesù. Alziamoci con coraggio dalle nostre miserie, collaboriamo con determinazione con lo Spirito Santo e riusciremo a non peccare più, divenendo in tutto simili al nostro Maestro e Redentore che è venuto per liberarci e riscattarci dal potere di Satana, principe di questo mondo e accusatore degli uomini.
Ci aiuti la Vergine Maria, che con il suo calcagno ha schiacciato la testa del serpente antico, e ci ottenga dal Figlio suo Gesù le grazie necessarie per divenire, come Lei, santi e immacolati nella carità al cospetto di Dio e degli uomini.
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