La storia insegna che i momenti di smarrimento nella vita dell’uomo, e persino del discepolo del Signore, di fatto sono tanti e molteplici.
Essi hanno innumerevoli radici, spesso anche assai profonde: malattie, preoccupazioni di ogni genere, apprensioni, pensieri che turbano il cuore, delusioni, dissidi, persecuzioni, relazioni contrastate, difficoltà economiche, futuro incerto, rimorsi della coscienza, desideri irrealizzabili, incapacità a superare certi ostacoli e mille altre cose.
È proprio in questi momenti che la fede deve veramente sostenerci. Essa deve essere in noi invincibile e deve trasformarsi in preghiera costante, fiduciosa e accorata per chiedere a nostro Signore di venire in nostro soccorso.
Lui solo infatti può rasserenare il nostro spirito. Lui solo può donarci la forza interiore necessaria per non soccombere. Lui solo può farci percepire la sua dolce e rassicurante presenza che infonde pace. Lui solo può aprire una strada nel deserto più infuocato e spaccare in due il Mar Rosso perché l’esercito egiziano non ci trafigga a fil di spada.
Sarebbe bello se tutti noi potessimo in qualche modo fare in questi momenti l’esperienza di Elia e di San Paolo. Il profeta che perseguitato da Gezabele aprì per qualche istante le porte del cuore allo scoraggiamento e pensò che tutto fosse finito per lui, ma venne incoraggiato per due volte da un Angelo del Cielo, che gli fece capire quanto ancora lunga e importante fosse la sua missione (cf. 1 Re 19,1-8). L’Apostolo delle genti a cui durante la notte a Gerusalemme, dopo mille peripezie e sofferenze, apparve il Signore stesso, dicendogli di avere coraggio, perché anche Roma avrebbe dovuto ascoltare la sua testimonianza accorata su Cristo e il suo Vangelo (cf. At 23,1-11).
I momenti di smarrimento fanno parte della nostra vita, ma non devono mai avere su di noi il sopravvento.
Quando la tempesta si abbatte su di noi, dobbiamo reagire con tutte le nostre forze e dare il meglio di noi stessi per non soccombere. La nostra volontà determinata, il nostro cuore che deve continuare a battere forte e non si deve fermare, il nostro grido di aiuto che squarcia i cieli e la nostra potente preghiera devono vincere ogni pensiero e ogni sofferenza che vorrebbero affossare la nostra vita per sempre.
Proprio in questi momenti dobbiamo vigilare con ogni cura, perché il Tentatore fa di tutto per spegnere la nostra luce e far sì che non realizziamo la missione particolare che il Signore ci ha affidato. Egli fa leva su tutto e non ha certo pietà di noi, ma noi non dobbiamo lasciarci irretire da pensieri o suggestioni inopportune. Dobbiamo piuttosto imbracciare le armi della luce e con esse diradare le tenebre del male.
Sempre, sempre, sempre, dobbiamo avere una certezza indistruttibile nel cuore: in ogni condizione esistenziale, anche la più buia, vi è sempre la possibilità di rialzarsi e di ricominciare a vivere. Il Dio onnipotente e misericordioso ci ama e non vuole che veniamo risucchiati dal vortice degli eventi tristi e delicati che si susseguono nello scorrere del nostro esistere.
Lui ha a cuore la nostra vita e ci vuole rendere partecipi della stupenda avventura che è la storia della salvezza e che ha sempre due protagonisti: Dio e l’uomo, Cristo Gesù e il discepolo, l’Onnipotente e la creatura che Egli ha fatto a sua immagine e somiglianza.
I momenti di smarrimento non sono facili da affrontare e non piacciono a nessuno. Ci fanno soffrire, feriscono il nostro cuore, mettono alla prova il nostro spirito, toccano in profondità la nostra anima fino a farla ansimare dal dolore. Ma sono proprio questi momenti che, se vissuti in grazia di Dio, ci fanno diventare più forti, ci fanno crescere in santità, sono occasioni particolari in cui lo Spirito Santo ci invita ad una conversione radicale e irreversibile.
Pertanto non dobbiamo temere, come dice la Scrittura (cf. Is 35,4-7), ma piuttosto dobbiamo aprirci all’azione misteriosa della grazia di Dio che ci vuole sempre più attrarre a Cristo Gesù per divenire con lui un unico mistero di amore che redime.
Un’ultima cosa, seppure accennata, va detta prima di concludere. Nei momenti di smarrimento non bisogna chiudersi in se stessi, ma bisogna lasciarsi aiutare da quanti il Signore mette al nostro fianco come compagni di viaggio. Anche in questo caso, insomma, la comunione è vitale per noi, mentre la solitudine voluta diventa una pericolosa voragine che può risucchiarci e farci sprofondare.
Anche questa grazia va chiesta ogni giorno: che ci sia sempre accanto a noi qualcuno, e più di qualcuno, che ci possa fare da Cireneo per affrontare insieme, nello Spirito Santo, il cammino delicato della nostra rinascita spirituale.
Coraggio dunque, non temiamo nei momenti più difficili della nostra vita! Il Signore è vicino! Egli ci ama e viene a salvarci. Apriamo a lui il nostro cuore e non temiamo mai di imboccare la via che ci indica come via di salvezza, redenzione e pace.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra celeste Custode, e ci faccia sperimentare il suo amore materno e consolante affinché mai lo smarrimento abbia a prevalere sulla nostra speranza.
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