Nel nostro tempo sono molti coloro che sostengono che la Sacra Scrittura sia desueta, sorpassata, scaduta, retrograda e perciò incapace di rispondere alle domande esistenziali dell’uomo contemporaneo.
E questo accade perché da un lato non si conosce il dato rivelato né la fede della Chiesa, dall’altro perché si reputano più sapienti le scienze naturali, sociali e umane con le loro teorie e soluzioni che sottendono una visione antropologica alquanto deficitaria e imperfetta.
Sono tempi difficili e delicati i nostri, perché questa mentalità, che contribuisce ad alimentare la cultura scristianizzata dominante, è quanto mai pericolosa. Essa infatti può far precipitare piccoli e grandi nel vortice della dittatura del relativismo già citata negli articoli precedenti, ma anche in quel processo lento, nascosto e inesorabile che svuota l’uomo della sua grandezza che è quella di essere capax Dei e chiamato a vivere in comunione con il suo Creatore e Redentore (cf. CCC 27-49).
Negare la dimensione soprannaturale dell’esistenza umana è cosa da evitare a tutti i costi, perché è la tentazione di sempre che vuole impedire a uomini e donne di camminare nella luce del Signore, cioè di carpire il senso profondo e autentico del nostro essere, della nostra origine e del nostro fine ultimo, della nostra vocazione, della nostra storia e di tutto ciò che ruota attorno ad essa.
La Chiesa, per il bene dell’umanità intera, non può stare a guardare. Né deve cedere alle lusinghe di quanti la invitano, a volte con atteggiamenti “vittimistici”, a ridurre la sua missione evangelizzatrice ad un’opera immanente, fondata sulla razionalità e l’intelligenza, sul sentimentalismo e l’emotività, ma priva di Spirito Santo e di sana parresia.
La Chiesa, in ciascuno dei suoi figli, deve avere il coraggio di affermare che la Sacra Scrittura è Verità eterna che mai tramonta, Parola sapiente che indica a chi è di buona volontà, in ogni tempo e in ogni luogo, la via della piena e perfetta realizzazione esistenziale. Deve gridare al mondo ciò che ha detto Gesù ai suoi discepoli per metterli in guardia dai falsi messia che propongono teorie salvifiche illusorie e fallimentari: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (cf. Mt 24,32-35)
Non svolgere una missione tanto importante significa lasciare il mondo avvolto da fitte tenebre e far sì che molti si perdano per sempre nel buio eterno. Coloro che muoveranno guerra ai cristiani che annunciano e vivono il Vangelo non mancheranno mai, ma questo non giustifica lo scoraggiamento né la pigrizia pastorale. Piuttosto richiede che si cresca nello zelo apostolico affinché la luce di Cristo arda di verità e carità, senza mai spegnersi.
L’uomo di ogni tempo, a prescindere dalla sua etnia, razza o credo religioso, per creazione cerca risposte agli interrogativi più profondi che albergano nel suo cuore, e non deve essere abbandonato a se stesso. Merita, poiché creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio (cf. Gn 1,26-27), di avere le risposte giuste, e queste solo la Chiesa Cattolica gliele può dare.
Essa infatti, e nessun altro, è depositaria e custode della Rivelazione e perciò deve necessariamente essere voce dello Spirito Santo affinché “tutti possano giungere alla conoscenza della verità e possano essere salvati, aprendosi alla fede in Cristo Gesù, unico Salvatore del mondo” (cf. 1 Tm 2,1-8).
Se la Chiesa non risponde agli interrogativi esistenziali che l’uomo si pone – per falso buonismo o per pusillanimità o perché i suoi figli navigano nell’ignoranza della Sacra Scrittura, o per mille altri motivi –, queste risposte saranno altri a darle, ma saranno risposte sbagliate che porteranno scompiglio e confusione nei cuori.
Diciamolo con tutta franchezza: Cristo Gesù – e dunque il suo Vangelo – è la risposta all’inquietudine esistenziale di ogni uomo e donna in ogni tempo. Lo è stato ieri, lo è oggi, lo sarà domani.
Su questo il cristiano non deve avere dubbi, altrimenti anche lui diventa “canna sbattuta dal vento” delle molteplici false dottrine che si susseguono nel corso dei secoli e che nascono dal cuore malato di questo o quell’altro pensatore che va di moda.
La Sacra Scrittura non è affatto parola morta, desueta, inutile e fuori tempo. Essa è «Parola viva ed efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). È Parola eterna che separa con precisione infallibile il bene dal male e per tale motivo aiuta chi è di buona volontà ad emendare la propria vita, a crescere in santità, a realizzare sempre più nella propria carne il mistero di Cristo che «proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (GS 22).
Siamo noi cristiani che dobbiamo credere nella luce sfolgorante che nasce dalla Sacra Scrittura, e difenderla da tutti gli attacchi che Satana e i suoi figli sferrano contro di essa. Con la luce della sapienza che promana da ogni sua pagina dobbiamo illuminare ogni ambito in cui l’uomo di ogni tempo vive, soffre e spera: la scienza, la tecnica, la politica, l’economia, la finanza, la Scuola, l’Università, gli Ospedali, le famiglie, i Seminari, le Facoltà teologiche, le Diocesi, le Parrocchie, il Web, il mondo dell’arte, dello sport e ogni altro settore della vita sociale, civile ed ecclesiale.
Lo Spirito Santo ci aiuterà e sempre saprà attualizzare la Sacra Scrittura al contesto e al tempo in cui viviamo. Ma dobbiamo avere fede noi, perché nessuno può sostituirsi al cristiano in quanto solo il cristiano è in virtù del Battesimo innestato in Cristo Redentore e costituito da Lui “luce del mondo e sale della terra” (cf. Mt 5,13-16).
Che la Vergine Maria, Donna coraggiosa e Stella dell’Evangelizzazione, aumenti la nostra fede e ci renda capaci di rispondere nello Spirito Santo alle domande esistenziali che l’uomo si pone nel profondo del suo cuore, in ogni tempo e in ogni luogo.
Per approfondire:
Leggi il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri: CCC 27-49
Leggi i numeri della Gaudium et Spes: GS 10; 40-42.