La pretesa più assurda dell’uomo di ogni tempo è quella di voler pensare Dio partendo dalla propria immaginazione, anziché ascoltare la Sua voce e lasciare che sia Lui a parlare di sé. È quanto è accaduto ieri e sta accadendo oggi in maniera ancor più evidente.
Non ci si pone in un atteggiamento di umiltà che rende il cuore recettivo, ma si dà spazio ai propri desideri e alla propria creatività. E così ognuno può dire di Dio e far dire a Dio ciò che più gli sembra meglio a prescindere da quanto Lui stesso ha rivelato nel corso dei secoli per mezzo dei suoi Santi e in particolare del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo.
Quando questo accade la religione perde la sua vera essenza e da via per vivere in comunione con il Creatore diventa una via per separarsi da lui e “aiutare” gli altri a fare lo stesso. Non è forse vero che oggi la falsità su Dio dilaga? Può il Signore della vita chiedere all’uomo di farsi strumento di morte per i suoi simili e per l’intero creato? Può la Sapienza ordinatrice chiedere all’uomo di smarrire la verità per farsi creatore di un caos universale deleterio che altro non fa che impedire ogni vero progresso? Può il Dio misericordioso che ha mandato il suo Figlio per togliere il peccato del mondo chiedere all’uomo che si allei con il peccato tanto da giustificarlo con leggi inique e ragionamenti perversi? Certamente no. Il vero problema non è in Dio che bisogna risolverlo ma nell’uomo e in particolare nel cristiano. È lui che ragiona a testa in giù e ha indurito il suo cuore per non convertirsi e accogliere la Luce che è venuta nel mondo (cf. Gv 1,9-13).
In fondo, diciamocelo chiaro, la situazione dei nostri giorni non è tra le migliori. Viviamo tempi difficili perché la sapienza umana offusca la vera conoscenza e la razionalità sganciata dalla fede diventa il più grande ostacolo per scoprire e fare propri i segreti dell’Altissimo. È in questa luce che comprendiamo le parole di Gesù che la Chiesa ci chiede di ascoltare in questa XIV Domenica del Tempo Ordinario:
«Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo» (Mt 11,25-27).
L’invito rivolto a tutti noi è a diventare piccoli per entrare nel Regno dei cieli e a comprendere che se facciamo trionfare i nostri pensieri, siamo tutti destinati a rimanere nelle tenebre. Gesù non può parlare a gente superba. Non può rivelare se stesso a coloro che sono sazi dei loro pensieri e delle loro teorie su Dio e sull’uomo. Non può liberare quanti si sono costruiti una gabbia con la falsità del mondo e non hanno nessuna voglia di volare in alto, librandosi sulle ali della verità celeste.
Gesù ha bisogno di cuori disponibili in tutto simili a quello della Madre sua, che non ha opposto resistenza allo Spirito Santo. Ella sempre si è fatta piccola per lasciarsi fare grande dall’onnipotenza di Dio. Ha messo da parte la sapienza e l’intelligenza dei dotti per lasciarsi avvolgere dalla sapienza divina come di un manto. Ha saputo rinunciare ai suoi progetti e ai suoi desideri per realizzare in pienezza i progetti e i desideri che Dio aveva su di Lei.
La Vergine Maria è l’immagine più nitida di ciò che la Chiesa deve essere in ognuno dei suoi figli. Ella non ha pensato Dio, ma si è lasciata pensare da Lui. Non ha dipinto l’Altissimo, ma da lui si è lasciata dipingere. Maria Santissima si è messa in ascolto, ha aperto il suo cuore, ha consegnato se stessa allo Spirito Santo senza pretendere di capire tutto il mistero che Dio aveva in serbo per lei. Giorno per giorno ha camminato sulla via che lui le tracciava. Non si è ribellata, né ha mai detto una parola falsa su Dio, sia nei momenti belli sia in quelli dolorosi della sua esistenza. Per questo suo essere “piccola” è diventata Madre di Colui che è il più Grande di tutti, l’Onnipotente, il Santo dei Santi, il suo Creatore e Redentore.
La nostra società, tanto sapiente e in realtà tanto stolta, dovrebbe guardare alla Fanciulla di Nazareth e imparare da lei cosa significa che Dio “nasconde le sue meraviglie ai sapienti e ai dotti e le rivela ai piccoli”. Sarebbe questa una vera rivoluzione culturale e la chiave di soluzione a tutti – dico tutti – i problemi che oggi attanagliano l’umanità affaticata e oppressa dal proprio peccato.
Ciascuno di noi faccia in tal senso ciò che è in suo potere. Possiamo tutti diventare piccoli, farci stolti per diventare sapienti, mettere da parte i nostri pensieri per consegnare la nostra vita a Cristo Signore. Lui, e soltanto lui, può farci conoscere Dio secondo verità e può insegnarci ad amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
La Vergine Santa ci aiuti in questo proposito e ci custodisca nella vera sapienza.
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