Amore e verità sono inscindibili. Volerli separare significa distruggere la loro essenza e immettersi in un labirinto di falsità che da un lato inganna mente e cuore, dall’altro impedisce all’uomo di realizzarsi, poiché costui è chiamato ad amare e solo nell’amore vero la sua vita ha senso.
Eppure oggi, in molti casi e in molti luoghi, amore e verità sono sganciati l’uno dall’altra. Si parla di amore ma lo si lega ai pensieri, agli istinti e ai desideri dell’uomo, anche quelli più strani e stravaganti, prescindendo da quanto il Signore stesso ha insegnato nel corso della storia della salvezza. In nome dell’amore si arriva ad uccidere, a commettere adulterio, ad agire in contrasto con le leggi scritte nella natura umana dal Creatore, a commettere grandi iniquità.
Senza paura bisogna affermare che l’amore non è tutto questo. Amare non è distruggere l’esistenza dell’altro procurandogli dolore e morte; ma soccorrerlo, sostenerlo, accoglierlo nel suo mistero con occhi di fede, perdonarlo, aiutarlo a portare la croce di ogni giorno, esortarlo a realizzare il progetto che Dio ha su di lui.
È nell’aver sganciato l’amore dalla volontà di Dio – per sé e per gli altri – l’errore dei nostri giorni. A nessuno infatti è dato farsi una sua verità. La verità è da Dio ed è stata a noi da Lui rivelata nel corso dei secoli e consegnata alla Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.
Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,34-40).
Nel Vangelo di questa Domenica, Gesù afferma che il Comandamento più importante, che cioè fonda tutti gli altri, è il Comandamento dell’amore. Non però un amore sentimentale, bensì obbedienziale. Può amare il fratello secondo verità solo colui che sa ascoltare il Signore ed è disposto a fare quanto Lui chiede. La verità dell’amore non è l’uomo a stabilirla. Essa è nel cuore di Dio che nasce e prende forma. È nella volontà divina che si sostanzia. È nel misterioso progetto che Lui ha su ogni uomo che si specifica.
Voler amare senza prima ascoltare il Signore che parla, è distruggere l’amore. È farne un mostro, un contenitore vuoto o meglio colmo di veleno.
Il cristiano ha oggi una grande e difficile missione che si gioca sul piano semantico. La cultura moderna infatti ha stravolto e deturpato il significato delle parole e continua a farlo sempre con maggiore arguzia. Ha lasciato la forma esterna e convenzionale della scrittura ma ha sostituito la realtà di ciò che era in essa contenuta. Ciò che ieri si intendeva come amore – ad esempio – oggi è tutt’altra cosa. Addirittura si arriva a dire amore ciò che è rispetto della natura altrui e delle sue leggi che sono immutabili e incontrovertibili.
È chiaro pertanto che il cristiano non deve dare nulla per scontato. Deve essere attento e sapere che ogni parola può essere usata in modo strumentale al fine di far passare idee e ideologie contrarie alla fede della Chiesa. Da parte di tutti è necessaria una grande competenza e una perenne comunione interiore con lo Spirito Santo che è l’unico capace di svelare gli inganni di Satana e dei suoi “profeti”.
Veramente il cristiano – oggi più che mai – deve essere simile a Gesù che aveva chiaro al suo spirito la verità delle cose, della storia, delle parole, delle idee, di ciò che è bene e di ciò che è male, di ciò che viene da Dio e di ciò che non viene da Lui. Come il divin Maestro, il cristiano deve essere capace di cogliere il legame profondo che c’è la verità e la volontà di Dio, tra la verità e l’obbedienza, tra l’amore e l’obbedienza, tra l’obbedienza alla verità e l’amore.
Se anche il cristiano cade in trappola e si fa una sua verità a prescindere da ciò che Dio ha detto e dice, inevitabilmente il suo amore sarà falso, ingannevole, generatore di morte e non di vita. O riportiamo il Comandamento dell’amore verso il prossimo nel grembo che lo deve generare e che è l’amore verso Dio che si fa a Lui obbediente, oppure saremo anche noi profeti di Satana e maestri delle sue menzogne.
Che la Vergine Maria, Donna che ha amato secondo verità, ci aiuti in questo compito tanto delicato e ci conceda la grazia di imitarla tutti i giorni della nostra vita.
A questo link trovi la liturgia della Parola di questa XXX Domenica del Tempo Ordinario (A)