Resurrezione di Gesù

Resurrezione di Gesù

La Resurrezione di Gesù è la risposta del Padre all’obbedienza crocifissa del Figlio. Le tenebre sono state sconfitte dall’amore che il Messia ha vissuto sino in fondo. La Luce ha trionfato sul peccato e sulla morte.

La Resurrezione di Gesù è la manifestazione più eloquente dell’onnipotenza di Dio che niente e nessuno può sconfiggere. Dobbiamo perciò radicarci nella fede e consegnare la nostra vita al Padre celeste senza lasciare spazio a dubbi o perplessità.

Vale la pena vivere il Vangelo. Vale la pena rinnegare ogni giorno se stessi, prendere la propria croce e seguire Gesù. Vale la pena pagare il prezzo della fatica apostolica, degli scherni, degli insulti, delle derisioni e delle persecuzioni a causa della giustizia. Vale la pena consacrare la propria vita all’edificazione del Regno di Dio. Non lasciamoci confondere dalle voci stridenti dei falsi profeti che con astuzia satanica annunciano una speranza illusoria fondata sulle vanità di questo mondo che passa.

La vita eterna non è una favola, né un’invenzione della Chiesa. È verità. È la ricompensa riservata a quanti confidano in Cristo Gesù e si lasciano muovere dallo Spirito Santo nel compimento pieno della sua volontà. Oggi consegniamo la nostra vita al Padre e domani lui ci accoglierà nel suo Regno di luce eterna.

C’è un legame intrinseco tra la Croce e la Resurrezione gloriosa. L’una non esiste senza l’altra, l’una trova luce nell’altra. Il mistero è uno e non può essere separato. È questo in fondo che gli Angeli ribadirono alle donne e Gesù risorto ai suoi Apostoli, apparendo loro perché iniziassero a pensare con il cuore e la mente di Dio (cfr. Lc 24).

Pensiamo per un istante al dialogo con i discepoli di Emmaus. A loro che erano tristi e delusi il divino Viandante disse: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» (Lc 24,25-26). La Croce va accolta e amata perché è in essa che morendo al peccato diventiamo conformi a Cristo uomo nuovo e diventiamo partecipi della sua resurrezione, in terra e nel Cielo (cfr. Rm 6,1-13).

Ma noi siamo di dura cervice. Crediamo poco o niente nella potenza della Croce, che salva, converte, apre le porte del Paradiso. La vediamo chiusa in se stessa e la riduciamo ad un albero sterile che non fa alcun frutto. Ecco allora che pensiamo come Pietro che sosteneva che la Croce va evitata e bisogna tenersi lontani da Gerusalemme (cfr. Mt 16,22-23). Lasciamo che il nostro cuore venga conquistato dalle vanità di questo mondo di tenebra e vorremmo che Gesù ci liberasse da tutti i nostri affanni per poter vivere sereni e tranquilli su questa terra. Dobbiamo cambiare mentalità, convertirci veramente al Vangelo, acquisire la vera libertà, vivere costantemente rivolti alle “cose di lassù” (cfr. Col 3,1), unica ricchezza che non marcisce e che rimane in eterno.

Il dono per eccellenza che il Risorto fa a ciascuno di noi è la sua Pace (cfr. Lc 24,36). Essa non è apparente, esteriore, passeggera. È dono duraturo perché è cambiamento della nostra natura. Non cambia il mondo attorno a noi, cambiamo noi e di riflesso le nostre relazioni (con Dio, con noi stessi, con gli altri, con il creato) che sono intessute di verità, giustizia, misericordia, perdono, amore vero, santità allo stato puro. Gesù alita il suo Spirito nei nostri cuori e ci fa “nuove creature”, ci rigenera nella profondità del nostro essere, ci rende partecipi della sua vita divina. Questo processo di guarigione e rinnovamento interiore che inizia nel Battesimo deve poi continuare ogni giorno fino alla sua realizzazione piena, attraverso il nostro sì quotidiano che si fa preghiera e vita vissuta nella carità.

 

Domande di riflessione:

Perché vale la pena vivere il Vangelo? Cosa sai dire sul Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno? In che senso la Croce e la Resurrezione sono legate tra loro? Qual è la caratteristica della Pace che Gesù ci dona? Come si diventa “nuove creature”?