Mente e cuore, sapienza e amore – XXXI Domenica Ord (B)

Mente e cuore, sapienza e amore – XXXI Domenica Ord (B)

Mente e cuore sono entrambi necessari per poter seguire Gesù e fare la sua volontà. Nella misura in cui essi lavorano in sinergia, noi diventiamo capaci di sequela autentica e testimonianza coraggiosa, cioè capaci di edificare il Regno di Dio.

«Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”» (Mc 12,28-31).

Quando parliamo di mente parliamo di pensieri, di intelligenza, di creatività, di sapienza. I pensieri devono essere conformi ai pensieri di Cristo. L’intelligenza deve essere usata per fare il bene, per studiare e trovare nello Spirito Santo la via migliore di tutte per donare il Vangelo ad ogni cuore. La creatività deve inventare forme e linguaggi sempre attuali ed efficaci. La sapienza deve infine intessere ogni nostra parola e ogni nostro atto.

Se nel processo di evangelizzazione manca la nostra mente, la nostra missione risulterà sempre sterile e infruttuosa. Gesù ci ha insegnato, con la sua vita e predicazione, che non possiamo essere assopiti né tantomeno possiamo pensare come pensa il mondo. Il Vangelo va conosciuto e annunciato con intelligenza, va comunicato con arte e reso struttura culturale di ogni tempo. In esso bisogna crescere giorno per giorno, e ciò può accadere solo se la nostra partecipazione alla Redenzione è attiva e non passiva, della mente e dell’intelligenza.

I Santi non hanno forse usato la testa per condurre a salvezza l’umanità? Ognuno di loro è stato e rimane un esempio di cosa lo Spirito Santo può fare quando il cristiano usa la sua mente per amare e servire il suo Signore. I Santi hanno inventato le Università, gli Oratori, gli Ospedali, gli Ordini religiosi, i Monasteri, il Catechismo e mille altre realtà e attività a cui nessuno aveva mai pensato prima. Hanno messo la loro intelligenza a servizio dello Spirito Santo e hanno cambiato la storia. Molti di loro hanno anche trasformato la stessa arte – nelle sue diverse espressioni che vanno dalla musica, alla danza, alla poesia ecc. – in un canale privilegiato perché il Vangelo fosse conosciuto e accolto come Parola di vita eterna.

Anche noi dobbiamo fare lo stesso, senza lasciare che la pigrizia mentale abbia il sopravvento né cedendo il passo ad una mentalità troppo spesso rinunciataria. Nell’ambito della pastorale – sia in ambito catechistico che caritativo che di qualsiasi altro genere – le possibilità di “usare la testa” per annunciare e mostrare il Vangelo e la sua bellezza sono infinite. L’intelligenza ci è stata data per metterla a frutto e con essa dobbiamo far funzionare e lubrificare il meccanismo intrinseco dell’evangelizzazione.

Tuttavia la mente, da sola, non basta. Ad essa dobbiamo aggiungere il cuore; e quando parliamo di cuore parliamo di desiderio vivo di fare la volontà di Dio. Parliamo di motivazioni profonde, di partecipazione di tutto il nostro essere, in ultima analisi parliamo di amore.

L’amore è la forza della missione e prima ancora dell’obbedienza al Padre celeste che è fonte di ogni benedizione. Per questo, con la Chiesa, nostra Maestra, dobbiamo sempre chiedere al Signore la grazia di “farci amare ciò che lui ci comanda”, consapevoli che solo così possiamo vincere ogni stanchezza e superare ogni prova che si presenta nel nostro cammino.

L’amore per noi è tutto e dobbiamo convincercene. È principio e fine di ogni attività che possa dirsi salvifica. È ciò che rende avvincente l’esistenza cristiana e sempre più ci avvicina a nostro Signore.

Ma l’amore in se stesso non esiste, o meglio muore. Esso ha bisogno di un cuore per poter vivere. Solo lì può mettere radici, e tocca a ciascuno di noi far sì che questo possa accadere. Per tale motivo dobbiamo stare lontani da ogni falsità e immoralità che di certo impediscono all’amore di radicarsi in noi.

Gesù ci chiede per questo di ascoltare lui: “Ascolta, Israele…Io solo sono il tuo Signore, Colui che ti ama, il tuo Maestro e il tuo Sposo celeste. Non ti contaminare con parole false e bugiarde. Non ti lasciare stordire da coloro che ti vogliono male. Non ti abbandonare alla concupiscenza che ti muove guerra. Apri il tuo orecchio e lascia che così io possa rinnovare e custodire il tuo cuore nella verità”.

L’ascolto della voce dell’Altissimo è la via obbligata per amare Dio e i fratelli con tutta la mente, il cuore, l’anima e le forze. Prima ce ne convinciamo e meglio è per tutti.

La Vergine Maria, Donna umile e sapiente, interceda per noi, oggi e sempre.

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