Maria visita Elisabetta

Maria visita Elisabetta

Meditando il passo della Visitazione comprendiamo anzitutto che la trascuratezza non può appartenere al cristiano che vuole vivere la virtù della carità. Come la Vergine Maria egli deve agire “in fretta”, senza rimandare a domani l’opera che lo Spirito del Signore gli chiede di compiere oggi perché domani potrebbe già essere troppo tardi. Il bene deve essere fatto subito, senza esitazione alcuna, con entusiasmo e grande disponibilità. Da esso dipende la salvezza delle anime.

Il cristiano deve tenere sempre presente dinanzi ai suoi occhi la verità della sua vocazione ad essere strumento della misericordia di Dio, via attraverso cui il Padre celeste soccorre i suoi figli per strapparli dalle grinfie di satana, in ogni luogo e in ogni tempo.

Come la Vergine Maria anche il cristiano deve avere uno spirito pronto che vince ogni pigrizia e con agilità recarsi laddove l’uomo ha bisogno del suo aiuto. Quanta solitudine, quanto abbandono, quanto isolamento oggi vi è nella nostra società figlia di un amaro “progresso” che priva spesso l’individuo della sua dignità! In particolare gli anziani, i sofferenti, i deboli, sono spesso lasciati a se stessi e consegnati a strutture assistenziali che non sempre, purtroppo, possono sostituirsi all’amore e all’affetto delle persone care.

Il quarto Comandamento è considerato passato di moda e perciò disatteso con estrema facilità. Le cose non vanno meglio nell’educazione dei piccoli che vengono affidati a mamma TV e papà Intenet, senza preoccuparsi di cosa costoro insegnano e fanno passare come ideali di vita. È quanto mai urgente porre rimedio a questo stato di cose e divenire ciascuno – secondo la propria specifica vocazione – strumenti di compassione, pietà e misericordia per l’umanità intera.

La carità cristiana, tuttavia, non è spontaneismo ma frutto della mozione dello Spirito Santo. Da Lui Maria Santissima è  mossa in ciò che dice e fa. Ella è ricolma di Spirito Santo. È Lui che illumina la sua intelligenza, fortifica la sua volontà, accende nel suo cuore umile l’amore che la spinge a farsi serva della cugina Elisabetta. La carità cristiana ha una dimensione profondamente trascendente e teologale. Essa è essere strumenti docili dello Spirito Santo perché sia Lui a confortare gli afflitti, illuminare i dubbiosi, consolare chi è nel dolore, infondere speranza negli sfiduciati, convertire i cuori, correggere chi è nell’errore, rinfrancare la fede di chi vacilla, condurre ogni uomo nella verità di Cristo e del Padre. Una carità senza Spirito Santo, anche se pronta e sollecita, rimane assai imperfetta e in fin dei conti incapace di generare salvezza. Essa lascia l’uomo nella sua solitudine perché non lo mette in comunione con Dio, unica Fonte del vero bene e della pace.

Per poter muovere il cristiano nella vera carità, lo Spirito Santo deve essere però forte nel suo cuore che ne deve essere ricolmo, traboccante com’è stato per la Vergine Maria nella casa di Santa Elisabetta e dovunque Ella ha operato nell’arco della sua vita terrena. Da qui l’obbligo personale di crescere ogni giorno in santità senza perdere neanche un istante nell’acquisizione delle sante virtù e senza lasciare cadere a vuoto una sola parola di Gesù.

Solo se il cristiano è ricolmo di Spirito Santo può trasformare ogni incontro quotidiano in un incontro di salvezza: in famiglia, a scuola, sul posto di lavoro, in Parrocchia, in Ospedale. Come Gesù che in ogni occasione, pubblica o privata che fosse, era capace di salvare e convertire i cuori. Lo Spirito Santo è tutto per il cristiano nello svolgimento della sua missione. Senza di lui, egli è morto e non può dare vita a nessuno.

Un ultimo particolare merita la nostra attenzione: lo Spirito Santo non deve operare soltanto nel missionario. Esso deve operare anche in chi è destinatario della missione. La salvezza si compie in questa duplice sua azione che la Visitazione ci insegna e ci manifesta con grande eloquenza. Lo Spirito Santo opera in Maria che ne è ricolma e lo effonde su Elisabetta e Giovanni. La sua opera non è vana. Lo Spirito Santo opera in Giovanni che sussulta di gioia. Lo Spirito Santo opera in Elisabetta che vede con occhi nuovi il mistero di Maria e lo canta con parole profetiche e ricche di significato: “Benedetta tu tra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”. Tocca al missionario essere portatore dello Spirito Santo e lasciarsi muovere da lui. Tocca a chi ascolta non opporre resistenza e aprirsi alla sua azione che vuole fare nuove tutte le cose.

La Vergine Santa benedica ogni nostro incontro e ci renda capaci di operare alla sua maniera per la salvezza di tante anime.

Domande di riflessione:

Ti metti “in fretta” a servizio di quanti sono nel bisogno? Hai occhi per vedere i bisogni di chi è accanto a te? Conosci il Magnificat a memoria? Conosci le 7 opere di misericordia spirituali e le 7 opere di misericordia corporali a memoria? Sei umile? Sei capace di amare sino al dono totale di te stesso? Cresci ogni giorno nelle sante virtù? Quale virtù in particolare vorresti avere? La chiedi al Signore ogni giorno? Ti impegni ad acquisirla?