La perla preziosa e il tesoro nascosto – XVII Domenica Ord A

La perla preziosa e il tesoro nascosto – XVII Domenica Ord A

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra (Mt 13,44-46).

L’incontro con Gesù può avvenire in diversi modi, ma deve comunque cambiare la nostra vita. È questa una grande verità contenuta nelle due parabole del tesoro nascosto in un campo e della perla preziosa narrate nel Vangelo di questa Domenica XVII del Tempo Ordinario e sulle quali siamo invitati a meditare. In entrambi i casi vi è un vero e proprio stravolgimento dell’esistenza. Non in male, ma in bene. Tutto cambia e nulla è più come prima.

Sia la vita di colui che trova il tesoro che quella di chi trova la perla preziosa non è più la stessa. Lo dice il fatto che in entrambi i casi ciascuno vende tutti i suoi averi, cioè abbandona il suo passato e si apre ad un futuro fino ad allora impensabile. La novità è assoluta. L’abbandono è totale. Ciò che avverrà è un mistero tutto da scoprire e da vivere.

Possiamo dire che i due protagonisti del Vangelo di oggi riescono a fare ciò che non riuscì a fare il giovane ricco tanto famoso (cf. Mt 19,16-26). Costui non si lasciò conquistare il cuore da Gesù e la tristezza divenne sua inseparabile compagna di viaggio. La sua vita sarebbe potuta cambiare, ma lui non ebbe fede e preferì continuare a vedere le cose con gli occhi della carne. Non si trattava di un cattivo ragazzo. Osservava i Comandamenti sin dalla più tenera età. Non era un farabutto o un terrorista. Ma non fu capace di fare il grande passo. Le molte ricchezze soffocarono in lui il seme della Parola di Dio che Gesù gli aveva messo nel cuore (cf. Mt 13,7.22).

Ciò non deve accadere a noi se vogliamo essere felici. E sì, perché di felicità si tratta. Accogliere Gesù riconoscendolo come il Tesoro prezioso e la Perla dal grande valore, significa assaporare la gioia di vivere. Le cose acquistano il loro giusto valore perché non sono più il fine dell’esistenza ma un mezzo per entrare nel Regno dei Cieli e per aiutare gli altri a fare lo stesso. Gesù non ci ruba la gioia. Ce la dona. Tuttavia può far questo se noi vogliamo. Se ci fidiamo di lui. Se non dubitiamo del suo amore. Se ci lasciamo afferrare dalla sua celeste sapienza.

Le parabole in esame ci chiedono una grande fede che sa essere coraggiosa. Chi la possiede – e solo costui – può fare il salto di qualità e passare da una vita mediocre, spiritualmente parlando, ad una vita autentica che non vive di apparenze bensì di verità.

Tutto parte dalla fede. O crediamo in Cristo e nella sua Parola, oppure il mondo ci farà schiavi, ci ingannerà con le sue false chimere e ci intrappolerà nella rete delle sue illusioni. La fede – pensiamo per un istante alla parabola del Seminatore – è nella potenza creatrice della Parola di Dio. Essa è il seme che dobbiamo custodire e coltivare in noi e fuori di noi, con ogni accortezza e con costante impegno. Avere fede significa credere che tutto l’oro del mondo non vale quanto il guadagnare Cristo. Solo lui è la nostra Pace. Solo lui è l’Amico vero che mai tradisce. Solo lui è il nostro Creatore e Redentore che ci dona vita e dona senso alla nostra vita.

Le parabole del tesoro nascosto e della perla preziosa chiedono a noi il coraggio di fare scelte che siano in tutto conformi alla volontà di Dio, sempre e comunque. Anche se il mondo volesse comprare la nostra coscienza ricoprendoci di diamanti e ricchezze di ogni genere, noi dovremo sempre scegliere di rinunciare a tutto pur di non perdere la vera Ricchezza che è oggi la comunione con Dio e domani la vita eterna nella beatitudine del Paradiso.

Questo Vangelo può essere compreso anche pensando alla terza tentazione di Gesù nel deserto che è però per noi oggi e in ogni istante della nostra vita. Satana vuole una cosa sola e cioè che noi lo adoriamo, ci prostriamo dinanzi a lui e rinneghiamo Cristo. A lui il resto non interessa. È disposto anche a darci potere sul mondo intero. Lui è astuto e sa che questo significherebbe vincere su di noi e condannarci all’inquietudine perenne, oggi e nell’eternità.

È chiaro allora che il discernimento tocca a noi farlo. Ciascuno deve essere sommamente saggio e saper fare la differenza tra la preziosità di Cristo, Tesoro nascosto e Perla preziosa, e la meschinità delle ricchezze di questo mondo quando diventano il fine della nostra esistenza. Il discernimento è personale. Possiamo farci aiutare da chi il Signore ha messo al nostro fianco ed è più saggio di noi. Ma alla fine dobbiamo scegliere se vendere tutti i nostri averi, cioè abbandonare il nostro passato senza Cristo, oppure continuare a cercare i vetrini sulla spiaggia del mare che possono anche essere belli da vedere ma il cui valore non è nemmeno paragonabile a quello che possiede la Perla preziosa che avevamo trovato.

La Vergine Maria, Donna sapiente che ha scelto Cristo e ha considerato tutto il resto un nulla, ci insegni ad imitarla nelle piccole e grandi scelte di ogni giorno.

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