Il seminatore uscì a seminare – XV Domenica Ord A

Il seminatore uscì a seminare – XV Domenica Ord A

Le sette parabole del Regno dei cieli, contenute nel capitolo tredicesimo del Vangelo secondo Matteo, sono un vero capolavoro dello Spirito Santo che ogni cristiano dovrebbe meditare più volte e mettere nel cuore.

In esse vi è un mondo da scoprire e una infinità di indicazioni utilissime per operare una corretta evangelizzazione. Chi le conosce e le comprende nel loro significato profondo ha le idee chiare su cosa è il Regno di Dio, su come esso vive, su come si edifica in mezzo agli uomini. Costui conosce anche i pericoli che costellano il cammino del missionario, le tentazioni più subdole che si presentano giorno per giorno dinanzi ai suoi occhi, le false interpretazioni della gente sul progetto che Dio ha sulla Chiesa e sulla vita dell’uomo, le condizioni di possibilità della missione e gli errori più comuni che si commettono per ignoranza o per superficialità. Conoscere queste parabole è pertanto fondamentale se non si vuole correre invano e sciupare tempo ed energie rincorrendo il pensiero del mondo sulla Chiesa e sui suoi figli.

La prima di queste parabole, che è anche il Vangelo della XV Domenica del Tempo Ordinario Anno A, è la parabola del Seminatore:

«Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada…Un’altra parte cadde sul terreno sassoso…Un’altra parte cadde sui rovi…Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Gesù, sin da principio, mette in chiaro che la conversione nasce dalla Parola di Dio. Essa è il seme carico di onnipotenza divina che mai deve mancare sia nel cuore di chi annuncia, sia nel cuore di chi ascolta. Evangelizzatore ed evangelizzato devono necessariamente diventare terreno buono che dona se stesso alla Parola perché essa possa attecchire e possa sviluppare ogni sua celeste potenzialità. Se manca la Parola di Dio non c’è salvezza alcuna perché si rimane nei propri pensieri e si è conquistati da quelli del mondo. La Parola illumina la coscienza, insegna la vera sapienza, dona a quanti la mettono nel cuore la visione secondo verità del mistero di Cristo, della vita, della storia. Nella Parola e non altrove si trovano le chiavi della scienza.

Satana lo sa e per questo motivo vuole rubare il divino Seme dal cuore del cristiano. Egli si industria notte e giorno per creare diversivi di ogni genere. Vuole a tutti i costi sostituire la Parola di Dio con surrogati di essa. Inventa parole nuove e più attraenti. Promette mari e monti ad uomini e donne che abitano in ogni luogo della terra. Crea falsi idoli. Si presenta come angelo di luce per ingannare i semplici e gli sprovveduti. Abbaglia le menti di molti con il miraggio della ricchezza. Mette nel cuore la paura di servire il Signore. Fomenta il dubbio. Semina pensieri di stoltezza infinita. Soffoca la Parola che è stata accolta con le spine e i cardi degli affanni della vita. Si impegna con tutte le sue forze per uccidere nelle coscienze la verità di Cristo e della Chiesa sua mistica Sposa.

Satana vuole tutto, tranne che la Parola di Dio. Vuole persino che il cristiano si chiami cristiano, ma sia un cristiano senza Parola, immerso nei pensieri del mondo e che viva e operi come i pagani.

La Chiesa, in ognuno dei suoi figli, deve sapere che la parabola del Seminatore non è una favoletta che Gesù ha raccontato ai suoi discepoli perché non aveva altro da fare. La parabola del Seminatore è verità eterna che mai tramonta e vale per la Chiesa di ieri, di oggi e di domani. Essa va presa sul serio e meditata con grande attenzione. Se la Chiesa non semina la Parola di Dio, se cerca altre vie per evangelizzare perché si deve “aggiornare” al pensiero del mondo e non a quello dello Spirito Santo, tradisce la sua vocazione e la sua missione. Ha fallito. Si è venduta Cristo. È caduta dalla fede.

È vero, il mondo è allergico alla Parola di Dio. Sono tanti purtroppo – giovani e meno giovani – che vorrebbero una parola diversa, meno esigente, più permissiva. Ma questo non può condizionare i discepoli del Signore. Costoro non possono fare ciò che vuole il mondo. Non possono costruire o progettare una Chiesa e una pastorale prescindendo dalla volontà di Dio. Devono invece camminare in essa e diventare ogni giorno di più suoi araldi nel mondo. Ci saranno le persecuzioni, le derisioni, gli insulti. Ma Gesù l’ha detto: “guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi…beati i perseguitati…”. Dobbiamo scegliere se credere in quanto detto dal nostro Maestro nel Vangelo o in ciò che dice Satana per bocca dei suoi sudditi.

La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci aiuti e ci doni la forza ed il coraggio di rimanere fedeli alla Parola del suo Figlio Gesù, senza nulla aggiungere e nulla togliere.

Per la liturgia di questa Domenica