Gesù muore sulla croce

Gesù muore sulla croce

Sfinito a causa delle percosse, della flagellazione e del duro viaggio con la croce sulle spalle Gesù giunse sul monte Calvario dove venne crocifisso con spietata crudeltà. La sua fu veramente un’atroce sofferenza e una tribolazione indicibile, sia dal punto di vista fisico che spirituale.

Tuttavia Gesù non visse gli ultimi momenti della sua esistenza nell’angoscia e nella disperazione. Il suo spirito fu sereno sino alla fine. Con la preghiera intensa e fiduciosa fatta nel Getsemani e ravvivata successivamente, istante per istante, in un’accorata invocazione al Padre suo celeste, egli vinse ogni sorta di tentazione e ricevette dallo Spirito Santo una potenza di grazia straordinaria. Gesù non si abbatté, né si diede per vinto perché era certo di non essere solo. Il Padre suo era al suo fianco e se anche permetteva quella prova assai difficile da superare, lo sosteneva con il suo amore e la sua presenza rassicurante.

Le parole di Gesù «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato…» (cfr. Mt 27,46) non sono da intendersi come parole di sconforto. Esse dicono che Cristo bevve fino in fondo il calice amaro della sofferenza, ma al tempo stesso manifestano la sua sicura speranza che il Padre dei Cieli alla fine lo avrebbe liberato da quell’intimo tormento facendolo risorgere al terzo giorno (cfr. Sal 22,25.30-31). In tal modo Gesù ci ha insegnato che la sofferenza e la morte non sono l’ultima parola sulla vita dell’uomo e se vissute in santità e con la speranza della vita eterna nel cuore da tragedia insuperabile diventano momenti di Redenzione per noi e per gli altri e si accettano con fede e serenità.

Gesù fu crocifisso in mezzo a due ladroni che vissero la croce in modo assai differente.

Il cattivo ladrone pretendeva di scendere dalla croce a tutti i costi. Da qui il suo sconforto, la sua acredine, la sua disperazione. Egli non vide quella sua triste condizione come conseguenza del suo peccato. Non si pentì di quanto aveva fatto. Non riconobbe Cristo, che pure era accanto a lui, come il suo Redentore, la sua unica salvezza. Addirittura si accanì contro il Figlio dell’Altissimo e bestemmiò il suo Santo Nome.

Il buon ladrone al contrario, vedendo Gesù crocifisso, intenerì il suo cuore di pietra e dopo aver difeso Gesù con fermezza dinanzi al suo oppositore, con un sincero atto di pentimento chiese perdono: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). Cambiò così vita e il Signore, nella sua misericordia, lo accolse in Paradiso. Quella croce divenne per il buon ladrone via di conversione e di vera salvezza!

Ancora oggi e fino alla fine dei tempi nessuno di noi può scendere dalla croce, perché dopo che il peccato è entrato nella storia questa è la condizione della nostra umanità. Sta a noi però scegliere come vivere la croce. Possiamo imitare il cattivo ladrone e perderci per tutta l’eternità. Possiamo imitare il buon ladrone e viverla nell’umiltà e nel pentimento. Possiamo imitare Gesù e trasformarla nel mirabile strumento che ci rende perfetti e produce salvezza per noi e il mondo intero.

«Donna, ecco tuo figlio…ecco la tua Madre» (cfr. Gv 19,26-27). Dall’alto della croce Gesù ha costituito la Vergine Maria quale Madre della Redenzione. A Lei ha affidato la Chiesa e l’umanità intera. Per volontà divina noi tutti nasciamo a vita nuova dal grembo verginale di Maria nella potenza dello Spirito Santo. È un mistero grande, sublime, incomprensibile da mente umana.

Il cristiano ha bisogno di Maria Santissima. Senza di Lei è orfano, votato alla perdizione, destinato a perire sotto i fendenti del male che con violenza si abbatte su di lui per lacerare la sua anima, il suo corpo e il suo spirito. Invocare la Vergine Maria, amarla con cuore sincero, contemplarla con occhi di fede, lasciarsi guidare e istruire da lei è essenziale per la nostra vita spirituale.

Senza Maria Santissima non c’è generazione di vita in noi. Siamo morti, cadaveri ambulanti che spandono dovunque l’odore fetido del peccato che ci divora interiormente ed esteriormente. Come Giovanni, il discepolo che Gesù amava, anche noi accogliamo Maria nella casa del nostro cuore. Ella ci aiuterà, ci custodirà sotto il suo manto di misericordia, intercederà per noi e ci otterrà ogni grazia per divenire in tutto simili al suo Figlio benedetto nei secoli dei secoli.

 

Domande di riflessione:

Perché Gesù riuscì a vivere la Passione con serenità? Come sono da intendersi le parole “Dio mio, Dio…perché mi hai abbandonato”? Quali altre parole Gesù pronunciò sulla croce? Sapresti descrivere l’atteggiamento sulla croce di Gesù, del buon ladrone e del cattivo ladrone? Cosa significa che la Vergine Maria è “Madre della Redenzione”?